The Wizard of Oz, una fantasia visionaria in Technicolor e magia!

The Wizard of Oz, una fantasia visionaria in Technicolor e magia!

Immergersi nel mondo del cinema muto è un’esperienza affascinante, un viaggio indietro nel tempo verso le origini di un mezzo che ha rivoluzionato il modo di raccontare storie. Tra i tesori celati di questo periodo pionieristico, spicca “The Wizard of Oz”, un cortometraggio del 1903 diretto da Francis Boggs e prodotto dalla Selig Polyscope Company. Nonostante la sua brevità (poco più di due minuti), il film riesce a catturare l’immaginazione dello spettatore con una storia semplice ma avvincente, un’esplorazione fantastica della terra di Oz attraverso gli occhi di Dorothy.

Dorothy, interpretata dall’attrice teatrale Vivian Prescott, si ritrova misteriosamente trasportata nel magico regno di Oz dopo un improvviso uragano. La scenografia del film, per l’epoca rivoluzionaria, utilizza fondali dipinti e trucco elaborato per creare illusioni ottiche e suggerire un mondo fiabesco. L’atmosfera onirica è amplificata dall’uso pionieristico di effetti speciali rudimentali: dissolvenze, sovrapposizioni di immagini e animazioni tratte da incisioni su carta.

La trama, ispirata all’omonimo romanzo per ragazzi di Lyman Frank Baum del 1900, segue le avventure di Dorothy mentre cerca il potente mago di Oz, unico in grado di aiutarla a tornare a casa. Durante il suo viaggio, incontra personaggi indimenticabili: lo spaventapasseri desideroso di ottenere un cervello, l’uomo di latta che anela ad avere un cuore e il leone codardo alla ricerca di coraggio.

L’interazione tra questi personaggi rappresenta una riflessione sui temi universali del desiderio, della paura e dell’amicizia. L’incontro con il mago di Oz, interpretato da un attore nascosto dietro un sipario di fumo, sottolinea la potenza dell’illusione e la natura spesso fragile delle nostre aspirazioni. Il finale, che vede Dorothy svegliarsi in Kansas accanto al suo cagnolino Toto, suggerisce una lettura allegorica del viaggio: il mondo di Oz potrebbe essere solo una proiezione dei desideri di Dorothy, un riflesso della sua anima fanciullesca.

Il valore storico di “The Wizard of Oz” risiede nella sua capacità di anticipare temi e motivi che sarebbero diventati centrali nella cultura popolare del XX secolo. Il film, seppur breve, ha aperto la strada a future rappresentazioni cinematografiche del romanzo di Baum, culminando nell’iconico adattamento musicale del 1939.

Un confronto con “The Wizard of Oz” del 1939

È interessante confrontare il cortometraggio muto del 1903 con l’adattamento musicale di Victor Fleming del 1939, divenuto un classico intramontabile.

Caratteristica “The Wizard of Oz” (1903) “The Wizard of Oz” (1939)
Durata 2 minuti circa 101 minuti
Formato Nero e bianco, muto Technicolor, sonoro
Attori Vivian Prescott (Dorothy) Judy Garland (Dorothy)
Effetti speciali Rudimentali, basati su illusioni ottiche e sovrapposizioni di immagini Avanzati per l’epoca, con utilizzo di miniature e trucco sofisticato
Tema principale L’importanza dei sogni e della fantasia Oltre ai temi del sogno, l’adattamento musicale esplora anche la forza dell’amicizia e il valore del coraggio

Come si può notare dalla tabella, i due film condividono gli stessi elementi di base ma offrono interpretazioni diverse. Il cortometraggio muto si concentra sull’aspetto fantastico e onirico della storia, mentre l’adattamento musicale approfondisce i temi psicologici dei personaggi.

La persistenza dell’incantesimo

“The Wizard of Oz” del 1903, sebbene un piccolo gioiello nascosto nella storia del cinema, ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo. Il suo fascino risiede nella sua semplicità e nella capacità di evocare un senso di meraviglia e stupore. Anche a distanza di oltre un secolo, il viaggio di Dorothy nel magico regno di Oz continua a incantarci, ricordandoci la forza del sogno e la bellezza della fantasia.